Genitori elicottero, sviluppiamo l’autocontrollo

Sviluppare l'autocontrollo

  • Aiutate il bambino ad esprimere a parole le proprie emozioni, soprattutto quelle negative. Utilizzando il linguaggio non avrà il bisogno di buttare fuori tutta la sua rabbia o tristezza o paura in comportamenti violenti o impulsivi!  Successivamente, incoraggiate il bambino a trovare le proprie risorse per affrontare una data emozione negativa, a trovare le proprie strategie senza dirgli cosa fare. Acquisirà sia consapevolezza della sua emozione pur mantenendo i comportamenti entro dei limiti per rispettare gli altri e se stesso. 
  • È normale provare queste emozioni e il bambino ha bisogno di sapere che anche a voi capita. Il passo più importante è riconoscere quella emozione, accoglierla senza giudicarla! I bambini hanno bisogno sia di essere compresi sia di sentire che di fronte a loro anche voi provate le sue stesse emozioni, in momenti diversi della vita. Se vede che siete arrabbiati con qualcuno e ha ragion diteglielo, acquisirà fiducia nelle proprie capacità di capire sé stessi e gli altri. 
  • Un gioco per sviluppare l’autocontrollo è il gioco del silenzio. Unica regola: non fare rumore e non parlare. Magari fatelo durante i momenti dove c’è bisogno di stare in silenzio, come la prima volta in biblioteca a cercare nuovi libri da leggere insieme! Vince chi riesce a non fare rumore!

Cosa fare?

  • Se il bambino non vuole fare i compiti, la mamma/il papà elicottero glieli fa e non impara le conseguenze delle sue azioni e ci sarà sempre questo problema. È più comodo così per il bambino ma non è produttivo. 

 

  • L’iperprotezione è diversa dalla protezione: dividere quali sono i pericoli (da cui dovete proteggerlo) da quali sono le sfide buone che il bambino può affrontare da solo! Il bambino imparerà che anche di fronte ai fallimenti, con il suo impegno e capacità può riprendere in mano la situazione e avere un successo! 

 

  • Se il bambino cade valutate se sta piangendo perché si è fatto davvero male o perché si è spaventato: chiedeteglielo e affrontate con lui lo spavento, senza sminuirlo, o il dolore. Siate disponibili ad accoglierlo emotivamente quando si sbuccia il ginocchio senza però investirlo con una iperprotezione. Questo permetterà, nel futuro, di sapere che voi ci siete emotivamente ad ascoltarlo quando sta bene. 
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